IUCN e ICOMOS per i relitti potenzialmente inquinanti: quali tecnologie?

 IUCN e ICOMOS per i relitti potenzialmente inquinanti: quali tecnologie?

Oltre 8.500 relitti navali in tutto il mondo – per lo più causati da conflitti del XX secolo – contenenti una quantità stimata tra 2,5 e 20 milioni di tonnellate di inquinanti, rappresentano un severo promemoria dell’eredità del passato comune dell’umanità.

Spesso definiti "bombe a orologeria", questi relitti sono ancor più preoccupanti considerando che la posizione di molti di essi resta imprecisa.

Processi fisici, biologici e chimici – aggravati dal cambiamento climatico – stanno compromettendo l’integrità strutturale di questi relitti, alcuni dei quali sono già noti per rilasciare contaminanti nell’ambiente naturale. Un improvviso cedimento strutturale di una o più di queste imbarcazioni, con conseguente sversamento di petrolio, costituirebbe una minaccia ambientale esistenziale. Gli impatti possono essere locali, con la distruzione degli ecosistemi associati ai relitti, ma anche provocare gravi danni al patrimonio culturale subacqueo e disturbare potenzialmente resti umani.

LE ECONOMIE BLU A RISCHIO

Il turismo legato agli ecosistemi naturali e ai valori culturali e storici associati ai relitti rappresenta un'attività economica chiave in molte aree. Le conseguenze di un cedimento strutturale improvviso, insieme agli interventi di bonifica o alle azioni preventive per mitigare i contaminanti, potrebbero causare uno shock economico significativo a queste e ad altre economie blu, come la pesca artigianale.

LA MITIGAZIONE PREVENTIVA È PIÙ CONVENIENTE

L’inquinamento da idrocarburi comporta enormi costi umani e ambientali, oltre al pesante onere finanziario delle operazioni di bonifica. La gestione preventiva dei relitti potenzialmente inquinanti per evitare sversamenti ha sicuramente un costo significativo – che può variare dal monitoraggio non invasivo, grazie a tecnologie innovative per la sorveglianza remota, a interventi pianificati per la rimozione del petrolio. Tuttavia, ogni metrica e studio di caso disponibile dimostra chiaramente che il costo della risposta d’emergenza e della bonifica supera di gran lunga quello di una gestione strategica. Inoltre, l’esperienza ha dimostrato che è quasi impossibile evitare danni a lungo termine: il pieno valore naturale e culturale di un ecosistema contaminato potrebbe non essere mai completamente recuperato.

Considerata questa minaccia esistenziale per la salute degli oceani, IUCN e ICOMOS incoraggiano i governi e le agenzie competenti a monitorare, valutare e continuare a sviluppare e condividere strumenti innovativi e buone pratiche per la gestione strategica e, ove possibile, per la rimozione degli inquinanti dalle navi affondate.

Inoltre, IUCN e ICOMOS invitano il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) a esplorare una collaborazione con i governi e le agenzie competenti per sviluppare linee guida o un toolkit per valutare la minaccia di inquinamento da relitti navali e identificare possibili soluzioni, tenendo presente che molti relitti potenzialmente inquinanti sono anche tombe marittime e patrimonio culturale subacqueo.
Questa iniziativa risponde direttamente alla sfida numero uno individuata dal Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021–2030): comprendere e sconfiggere l'inquinamento marino.

IUCN e ICOMOS si dichiarano pronti a sostenere UNEP in questo sforzo.

https://www.icomos.org/actualite/icomos-and-iucn-statement-on-potentially-polluting-wrecks/

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