Sono stati installati a Civita di Bagnoregio i sensori per il progetto pilota di monitoraggio denominato ArTeK - Satellite enabled Services for Preservation and Valorization of Cultural Heritage.
Si tratta di un progetto patrocinato dall’ente spaziale europeo ESA (European Space Agency), cofinanziato da ASI (Agenzia Spaziale italiana) e promosso da NAIS Srl (Next Application & Innovative Solution) in collaborazione con ISCR (Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro), ISPRA, CNR, ENAV SpA, Strago SpA, Superelectric Srl, ipTronix Srl. Questo progetto, della durata di un anno, prevede anche il monitoraggio di altri 4 importanti siti italiani: Villa Adriana a Tivoli, Matera, l’area archeologica di Gianola (Latina), e l’area archeologica di Baia (Salerno). Il progetto si propone per l’evidente fragilità del patrimonio culturale italiano, dovuta a fenomeni di varia natura a cui è sottoposto come ad esempio fenomeni atmosferici violenti legati al cambiamento climatico, il dissesto idrogeologico e le attività antropiche ( espansione urbana, inquinamento e flussi turistici).
L’elevata instabilità di alcuni siti di valore storico-artistico e la necessità di prevenire ulteriori danni richiedono la presenza di un servizio, ad oggi mancante, che garantisca la giusta strumentazione per monitorare su larga scala e valutare costantemente lo stato di conservazione, il grado di deterioramento e danneggiamento di aree di interesse culturale. Il progetto ArTeK si baserà quindi sulla Carta del Rischio del Patrimonio Culturale (elaborata dall’ISCR) che sarà gradualmente adottata per identificare i rischi specifici del patrimonio culturale dei siti.
ll progetto si sviluppa in tre punti principali:
1. Monitoraggio da satellite, per identificare e valutare i rischi territoriali che hanno un potenziale impatto negativo sui beni culturali, identificare i cambiamenti,
2. Monitoraggio a terra, con reti di sensori e rilievi con droni;
3. Restituzione dei dati con un “Cultural Heritage Situation Display” (CHSD) dei beni culturali Nazionali, che permetterà una classificazione più dettagliata e rappresentare lo stato di ogni sito in termini di mappe di rischio - stato di salvaguardia; grazie ad esso sarà ad esempio possibile gestire, condividere e disseminare informazioni aggiornate sulle possibili minacce, gli accertamenti, le condizioni e le misure di prevenzione (implementate o programmate) sui beni culturali.
Il Comune di Bagnoregio, fin dalle prime fasi progettuali ha mostrato grande interesse per il progetto; inoltre ha posto il “Museo Geologico e delle Frane” come interfaccia operativa del progetto sul territorio. Per il borgo è stato pianificato un monitoraggio periodico, a causa della sua complessità, per mezzo di sensoristica satellitare (ottico e radar), di strumenti a terra dislocati su alcuni punti critici, e l’impiego di velivoli a pilotaggio remoto dotati di sensori specialistici.
Il sistema di monitoraggio del progetto ArTek, si concentra nell’area occidentale di Civita dove si colloca il percorso di accesso al borgo, con:
- 18 inclinometri montati su picchetti sul versante argilloso, per monitorare l’innescarsi e l’evoluzione di fenomeni franosi superficiali (tale sensoristica si basa sull’utilizzo di sensori a tecnologia MEMS ed in particolare di accelerometri);
- 3 sensori per monitorare il ponte;
- 3 fessurimetri per controllare l’eventuale apertura di fessure nell’ammasso roccioso;
- una centralina meteorologica per i principali parametri ambientali quali temperatura, velocità e direzione del vento, pressione, umidità, pioggia.
Nei prossimi mesi il progetto proseguirà con le prime acquisizioni dei dati degli strumenti, con l’analisi dei passaggi satellitari e con il volo di droni specialistici; in seguito i dati saranno messi a disposizione del Comune e del Museo per le elaborazioni, l’archiviazione e l’implementazione con gli altri sistemi di monitoraggio installati o in programma, a partire dal progetto gestito dall’ISPRA e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui sono state posizionate fibre ottiche per il controllo delle fratture presenti sulla scarpata (nella zona della casa di S. Bonaventura, vicino al ponticello di epoca medievale di fronte all’ingresso al borgo, e in prossimità di Casa Greco). Inoltre sono previsti rilievi con termocamera, che permetteranno di determinare i settori potenzialmente instabili, individuandone estensione e velocità di movimento, verificando anche l’influenza dell’infiltrazione dell’acqua sulla stabilità della scarpata.
Questa nuova fase di monitoraggio concretizza l’impegno che il Comune e il Museo portano avanti per la realizzazione di una rete di controllo permanente dell’area di Civita, con l’interesse e sostegno di Enti ed Istituzioni come Stato, ISPRA e Regione Lazio, senza dei quali la tutela del borgo non sarebbe attuabile. E’ grazie al monitoraggio dell’area con strumenti idonei e strategie integrate tra loro che si possono ottenere i dati strumentali necessari per programmare e aggiornare costantemente la priorità e le caratteristiche degli interventi da effettuare, e soprattutto per prevenire l’estendersi e l’aggravarsi dei fenomeni di instabilità, migliorando così l’impegno economico e ottenendo benefici a lungo termine e fare di Civita il borgo che non muore.
(Fonte: Orvieto news)