Prosegue l’accordo operativo tra il Parco Archeologico dei Campi Flegrei (PAFLEG) e la sede CNR ISPC di Napoli che contempla l’utilizzo di tecniche non invasive di telerilevamento acustico subacqueo per il monitoraggio e la conservazione di beni culturali sommersi nell’Area Marina Protetta di Baia. Dopo la campagna in mare del 2021 finalizzata all’esplorazione del patrimonio culturale sepolto dai sedimenti marini, la recente occasione di studio e analisi dei resti archeologici sommersi avvenuta grazie all’impiego di un sonar batimetrico di ultima generazione, ha permesso la mappatura ad altissima risoluzione della villa Pisoni nella cosiddetta “zona A” dell’Area Marina Protetta di Baia.
I dati acquisiti hanno consentito di elaborare un modello digitale 3D a scala centimetrica del fondale con un dettaglio tale da permettere di ridisegnare parti della villa e di valutare e monitorare lo stato di conservazione dei resti archeologici sommersi. L’indagine con il sistema Norbit Winghead® i77h è stata coordinata da Crescenzo Violante, primo tecnologo del CNR ISPC di Napoli e responsabile scientifico dell’accordo operativo con PAFLEG. L’attività è stata svolta in collaborazione con la società norvegese Norbit subsea e la 2B Control di Bologna. Il fondale marino da cui affiorano i resti della villa è stato investigato con un ecoscandaglio multifascio compatto, il Norbit Winghead® i77h, che integra un sistema di posizionamento inerziale GNSS/INS. Fin dagli anni ‘60 il sito sommerso di Baia è stato un luogo simbolo per la ricerca e la sperimentazione di nuove tecniche dell’emergente archeologia subacquea italiana: mosaici, domus, porti di attracco sono al momento sommersi fino a profondità di circa 15 m.
Fig. 2 - Settore-nord-occidentale della villa dei Pisoni, nuvola di punti da rilievo multibeam @Crescenzo Violante-CNR-ISPC
Le nuove indagini geofisiche effettuate nel presente studio forniscono ulteriori strumenti per la caratterizzazione, gestione e digitalizzazione dei beni culturali sommersi che ben si integrano con quelli derivati dalle tradizionali indagini subacquee. L’elaborazione e l’integrazione di dati rilevati da remoto (imbarcazioni e droni marini) permette di estrarre informazioni, sviluppare modelli per la ricerca archeologica e per la ricostruzione e la conservazione dei manufatti e dei paesaggi culturali sommersi. Il rilievo da remoto consente, inoltre, di preservare i beni culturali sommersi nel contesto in cui si trovano con significative implicazioni per la conservazione archeologica e l’uso consapevole ed efficiente delle risorse ambientali e culturali.
Fig. 3 - Vasca rettangolare, nuvola di punti da rilievo multibeam @CrescenzoViolante CNR-ISPC
Tecnologia per la diagnostica archeologica marina
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