La fruizione dei beni culturali nei musei viene tradizionalmente accompagnata da strumenti quali videoaudioguide, proiezioni, pannelli, cataloghi e materiale cartaceo. La direzione della struttura museale, se interessata a valutare l’efficacia della sua gestione, si affida inoltre ad una raccolta di informazioni sul gradimento da parte dei visitatori, spesso attraverso l’uso di sondaggi. Oltre ai visori in realtà aumentata, nuove tecnologie, basate sull’Intelligenza Artificiale applicata alla visione (computer vision), abilitano gli uffici museali ad un grosso passo avanti in tema di innovazione per i Beni Culturali.
E’ quanto introdotto dalla soluzione VEDI, realizzata da Xenia Gestione Documentale srl, assieme all’Università degli studi di Catania e a IMC Services srl, che consiste di una piattaforma informatica di raccolta dei dati provenienti da dispositivi di visione indossabili, noleggiati dai visitatori all’ingresso del museo. Il dispositivo fornisce ai visitatori informazioni in realtà aumentata, proprie al servizio aggiuntivo, sulle opere osservate nel percorso all’interno della struttura, consentendo al visitatore di sapere sempre dove si trova, di orientarsi nella mappa dell’edificio e di ricevere suggerimenti e informazione culturale in base alle preferenze mostrate durante la visita: in altre parole di avvalersene in sostituzione della guida. Il sistema non usa tag di riferimento per le opere e non è necessario installare strumentazione e/o dispositivi nelle sale del museo. Il riconoscimento delle opere avviene attraverso la visione (object recognition) e la localizzazione all’interno della struttura è basata sulle immagini (image based localization) osservate dal dispositivo indossato, continuativamente solidale con il punto di vista del visitatore.
Fig. 2 - Fruizione di contenuti attraverso il dispositivo indossabile Hololens 2
Fig. 3 - Interazione del visitatore con il dispositivo di Realtà Aumentata
La raccolta passiva di queste informazioni alimenta inoltre la piattaforma di gestione, che permette alla direzione della struttura di conoscere quali opere sono maggiormente osservate e per quanto tempo, quali percorsi sono preferenziali e le restituisce attraverso un’interfaccia grafica (Visual Analytics) sulle preferenze dei visitatori (Behaviour Analysis). La gestione di questi dati attraverso mappe di calore, mappe di percorsi, statistiche sulle opere osservate, etc., permette di misurare la “performance” (KPI) del sito culturale e fornisce all’ente gestore gli strumenti e gli elementi per sviluppare e dosare i servizi offerti. Il visitatore, attraverso il dispositivo indossabile, viene immerso in un contesto sensoriale sempre più ricco, in cui i limiti della frontiera robotica giorno dopo giorno fanno coincidere con la flagranza delle visite le attività museali, anche quelle rivolte allo stato di conservazione e alla vulnerabilità delle opere, e con i commenti più professionali di gradimento sulle dinamiche espositive.
Fig. 4- Antonello da Messina, Annunciazione, dettaglio della Vergine, Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, Siracusa
Fig. 5 - Antonello da Messina, Annunciazione, dettaglio dell'Arcangelo Gabriele, Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, Siracusa
La stessa piattaforma VEDI, infatti, ultimamente è stata arricchita di un’esperienza multisensoriale di interazione verbale, in linguaggio naturale, da parte del visitatore con l’ologramma (avatar) di una guida virtuale che lo accompagna nel corso della sua visita, nella quale il fruitore potrà agire da influencer.
Antonino Lopes
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