Nell’ambito del procedimento di Verifica Preventiva dell’Interesse Archeologico (VPIA), la Soprintendenza, RFI e Italferr, prima società di ingegneria in Italia a dotarsi di uno staff interno di archeologi che segue i diversi livelli di progettazione, hanno sperimentato un nuovo protocollo operativo consistente nell’applicazione sistematica ed integrata di nuove metodologie di indagine non invasive, che risultano più speditive e funzionali all’individuazione di contesti archeologici significativi in relazione alla progettazione di grandi infrastrutture, riducendo sensibilmente le tempistiche ed i costi dell’iter autorizzativo in materia di archeologia preventiva.
La costante rilevazione e monitoraggio dei siti archeologici è da sempre un obiettivo nazionale importante per molti paesi, i quali riconoscono la priorità fondamentale dell'identificazione preventiva delle evidenze archeologiche sepolte per la conservazione del patrimonio. Fin dalle prime applicazioni, gli archeologi hanno compreso il potenziale dell'utilizzo dei droni per automatizzare la raccolta dati delle evidenze archeologiche esposte. Ma ora l'evoluzione tecnologica ha permesso di individuare le strutture archeologiche sepolte sotto la superficie terrestre. Fino a poco tempo fa, un grande ostacolo reale era rappresentato dai costi elevati e dalle barriere tecniche legate all'implementazione e alla raccolta di dati su larga scala. I recenti progressi nell'imaging termico, nell'imaging della profondità, nei droni e nella tecnologia dell'intelligenza artificiale hanno ridotto i costi e migliorato la qualità e il volume dei dati raccolti e elaborati. La progettazione del nuovo collegamento ferroviario con l’Aeroporto di Olbia “Costa Smeralda”, è stata occasione per l’avvio di questa sinergia.
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