IV Convegno Internazionale di Archeologia Aerea

IV Convegno Internazionale di Archeologia Aerea

"L'eredità di Bradford (1975-2025)". Immagini aeree e paesaggi antichi

ROMA – Dal 20 al 23 maggio 2025, Roma diventerà il punto d'incontro privilegiato del dibattito scientifico internazionale sul ruolo delle immagini aeree nello studio e nella conservazione del paesaggio culturale. L'occasione è il IV Convegno Internazionale di Archeologia Aerea, un evento dedicato al futuro delle scienze territoriali che affonda le sue radici nell’opera pionieristica di John Bradford, a cinquant’anni dalla sua scomparsa.

Il titolo dell'incontro, "L’eredità di Bradford (1975–2025). Immagini aeree e paesaggi antichi", supera il semplice intento commemorativo, proponendosi come un momento di riflessione critica e operativa sui profondi cambiamenti metodologici e tecnologici della disciplina: dalla fotointerpretazione analogica del XX secolo alle sofisticate tecniche odierne che impiegano droni, telerilevamento multispettrale, modelli tridimensionali e intelligenza artificiale.

Organizzato da un consolidato network accademico e istituzionale – comprendente il Laboratorio di Topografia Antica dell’Università del Salento, il CNR-ISPC, la British School at Rome, l’Aerofototeca Nazionale e la Sapienza Università di Roma – il convegno rappresenta un appuntamento imprescindibile per la comunità scientifica europea impegnata nelle nuove frontiere del telerilevamento applicato ai beni culturali. Articolato su quattro giornate distribuite tra le sedi delle istituzioni promotrici, l'evento accoglierà oltre 150 studiosi provenienti da almeno dodici paesi, pronti a confrontarsi su metodi, strumenti e prospettive di ricerca per comprendere e tutelare il patrimonio archeologico attraverso la visione aerea.

Nel XXI secolo, infatti, l’archeologia aerea non si limita più alla semplice osservazione verticale del territorio, ma è diventata un sistema computazionale avanzato che integra intelligenza artificiale, analisi dei big data e modellazione 3D. Il paesaggio archeologico si configura ora come un database spaziale dinamico, interrogabile e modellabile in tempo reale. Tecnologie chiave come il telerilevamento multispettrale e iperspettrale, il LiDAR full waveform ad alta densità, i droni autonomi e i satelliti ad altissima risoluzione (WorldView-3, Pleiades Neo), integrati con algoritmi di machine learning, consentono di rilevare microtopografie nascoste, pattern insediativi invisibili e biomarcatori vegetazionali e chimici di strutture archeologiche interrate. Sistemi avanzati come i GIS 4D e le simulazioni predittive basate su reti bayesiane permettono inoltre di esplorare scenari storici alternativi e valutare rischi archeologici.

Queste tecnologie, un tempo appannaggio di progetti sperimentali isolati, oggi sono implementate in framework interoperabili, in grado di collegare dati archeologici a politiche di pianificazione territoriale e conservazione preventiva, promuovendo uno sviluppo sostenibile del territorio.

Il convegno prende idealmente avvio dalla figura di John Spencer Purvis Bradford (1918–1975), tra i fondatori dell’archeologia aerea moderna. L'esperienza di Bradford nella RAF durante la Seconda Guerra Mondiale gli permise di intuire il valore storico e interpretativo delle fotografie aeree. Il suo contributo va oltre la mera tecnica: egli fu tra i primi a concepire il paesaggio come struttura storica e a leggere, attraverso l'immagine, la relazione profonda tra geografia e assetto socio-economico. La sua opera fondamentale, "Ancient Landscapes" (1957), rappresenta ancora oggi un punto di riferimento concettuale nella fusione di osservazione, interpretazione e narrazione storica. Accanto a lui avvanno annoverati tantissimi altri studiosi, in Italia Giacomo Boni, Giuseppe Lugli, Dinu Adamesteanu, Nereo Alfieri, Ferdinando Castagnoli, Giulio Schmiedt.

Quella visione pionieristica, variamente declinata in vari paesi europei, oggi potenziata dall'intelligenza artificiale spiegabile (XAI), prende forma attraverso strumenti innovativi di analisi semantica automatizzata capaci di classificare relazioni spaziali con una precisione inedita.

Tra i focus più attesi del convegno ci saranno l'apertura e l'utilizzo scientifico degli archivi aeronautici storici, la sperimentazione del remote sensing in contesti archeologici complessi (come il suburbio di Ostia e quello di Falerii Novi) e le applicazioni dell’intelligenza artificiale nell’identificazione automatizzata di anomalie archeologiche.

Tra gli interventi più significativi per le esperienze maturate in diversi contesti storici e geografici figurano quelli di Nicola Masini (CNR-ISPC) e Rosa Lasaponara (CNR-IMAA), pionieri nell'integrazione di dati multisensore per lo studio di contesti archeologici complessi in Medio Oriente, Sud Italia, America Latina e Cina, utilizzando LiDAR, termografia, SAR satellitare e reti neurali convoluzionali.

Lieven Verhelst e Frank Vermeulen (Università di Gent) presenteranno il progetto su Falerii Novi, dove geofisica stratigrafica e fotografia storica convergono in una piattaforma predittiva open-source che rappresenta una delle esperienze più innovative d'Europa. Giuseppe Ceraudo approfondirà la trasformazione tecnologica dalla fotografia manuale all'analisi con droni e deep learning, mentre Veronica Ferrari esplorerà l’eredità centuriata nell’ager Aecanus. Grégory Mainet, Philippe De Smedt e Marcello Turci mostreranno i vantaggi della combinazione di LiDAR e dati aerofotografici per Ostia antica, inaugurando una nuova filologia del paesaggio urbano romano.

Non mancherà una dimensione divulgativa con interventi sulla rappresentazione fumettistica della figura di Bradford, per sottolineare come l’archeologia aerea sia diventata oggi anche cultura visiva e strumento narrativo.

Il convegno, gratuito e aperto a studenti, ricercatori e professionisti, prevede la pubblicazione gratuita degli atti in un numero monografico della rivista "Archeologia Aerea". Questa scelta, culturale e politica insieme, punta a democratizzare la ricerca, favorendo una partecipazione ampia e superando barriere accademiche ed economiche.

In un’epoca in cui lo sguardo dall'alto è spesso sinonimo di controllo, l’archeologia aerea diventa strumento di conoscenza condivisa, cura del paesaggio e memoria collettiva. A cinquant’anni dalla sua scomparsa, John Bradford continua così a volare con noi.

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